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Era da un po’ che ci pensavo, che avevo sta cosa in testa. Ma niente… sarà stato per tutta quella sovrastruttura complicatissima che ci portiamo dietro sin da bambini che mi faceva vergognare come un ornitorinco incontinente… comunque… niente, non ho mai avuto il coraggio di farlo. Poi la settimana scorsa mi sono messo lì, mi sono guardato attorno, mi sono guardato dentro e mi sono detto “perché no?”. E allora l’ho fatto. Qualcosa ha intaccato i castelli di pregiudizi della mia mente e mi sono lasciato andare.
Mi sono comprato l’ukulele.

Che è uno strumento che mi ha sempre affascinato e non solo perché nel circuito generale dei media lo si vede di solito unicamente tra le mani di belle ragazze hawaiane (o simpatici uomini grossi come il mondo), ma per tanti altri motivi che esprimere a parole sarebbe alquanto limitante. Di quelle cose che se te le chiedono di persona rispondi “boh, non lo so”.
L’interesse vero e proprio per questo strumento m’è esploso dopo aver sentito Soon Forget dei Pearl Jam. Che un’oca qualsiasi, la pelle d’oca come ce l’avevo io, se la sogna. Ché una canzone così fatta da chiunque altro non sarebbe neanche granchè, ma fatta da sti tizi qui cambia gusto.
Ho pensato guarda quello cos’è riuscito a fare. E il fatto che sto tizio seduto su una seggiola di legno con in mano una chitarrina più piccola del suo braccio potesse mettersi lì e far star zitte 20.000 persone… m’ha spiazzato. Vabè, proprio lui, Vedder, è uno che avrebbe il carisma di un premio nobel anche se salisse in scena col tutù rosa. Ma comunque mi sono detto subito “lo voglio”. L’ukulele, eh, non Vedder, né tanto meno il tutù rosa.

Però questo desiderio era una di quelle cose che non si ha il coraggio di esternare, consapevoli delle prevedibili conseguenze. Che quando mi sono convinto a parlarne, puntualmente si sono avverate.
Quando l’ho detto, mia madre m’ha risposto che coi rasta e l’ukulele mi mancava solo la gonna di paglia e stavo a posto. Ecco, non che mia madre sia una che di solito non mi assecondi, ma è la reazione che hanno avuto un po’ tutti.
Comunque alla fine ce l’ho fatta. Mi sono deciso. E l’ho preso.
Spero non vada a finire in un cassetto, insieme all’armonica e l’ocarina (non chiedete, che è meglio). Altrimenti i soldi per l’acquisto e il tempo per questo post sarebbero stati utili come una campana di notte nel deserto. Ché avrà pure un bel suono, ma se non sveglia nessuno alle tre del mattino non ha motivo di esistere.

Comunque già mi sono messo a studiare. Sto imparando il tema di super mario. Ché m’è sempre piaciuta la musica di protesta.